Pane, Famiglia, Terra per una civiltà della Tenerezza
La Casa delle Famiglie Solidali è disponibile per l’ospitalità durante tutto l'anno. Nel Parco Regionale delle Gravine, nel territorio della Murgia Tarantina. A Mottola terra di uva, mandorle e olive, vicina alle “Grotte di Dio”, le Chiese rupestri magnificamente affrescate dai monaci basiliani intorno al X secolo.
È situata a 2 km dall'uscita Mottola-Castellaneta dell'A14, a 20 Km dal Mar Ionio, a 25 Km da Alberobello e 30 Km da Taranto e 40 km da Matera (il territorio).
Durante l’anno, oltre all'accoglienza autogestita, si organizzano ritiri e percorsi di formazione per i giovani e famiglie. Qui, il tempo trascorso insieme, tra passeggiate e pedalate in bici, visite al territorio e l’incontro con la gente, aiuta a ritrovare sé stessi e la propria famiglia.
- Tel.: 380 7072 337
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Da una testimonianza...
"Pane, famiglia, terra... ovvero la quotidianità, la testimonianza reale e l'amore per gli altri che si manifesta nel concreto, nel lavoro della terra [...]. Il pane rappresenta la quotidianità del messaggio evangelico che deve essere ogni giorno incarnato nei nostri atti, nelle nostre azioni, nei nostri interessi... rendendoci noi stessi pane spezzato. [...] La famiglia è la testimonianza che il mondo non ha bisogno di eroi o di grandi miracoli. Il mondo ha bisogno di persone che creino famiglie aperte, non piccole famiglie chiuse in se stesse, ma allargate al mondo, disponibili ad assumersi la responsabilità di riscattare la povertà e la fame di altre piccole famiglie. Ho personalmente imparato che l'unico che può fare miracoli è il Signore. Lui può tutto da solo, ma lascia a ciascuno di noi il primo passo, la scelta di dare il nostro poco, il nostro piccolo contributo perché Lui e Lui solo lo trasformi in cibo per molti, in speranza per l'umanità (Gv 6,1-15).[...]
La terra è l'altare dell'umanità, è il posto dove la famiglia spezza il pane, è il contatto con il concreto, è il lavoro di ogni giorno che è stato nei campi o in cucina o con i bambini, è camminare a piedi scalzi sentendo l'umido dell'erba o il freddo della pietra. [...] Aggiungerei che molti sono stati i momenti forti, le esperienze indimenticabili: meditazioni e provocazioni, il deserto per le strade tra gravine e cave di tufo, il contatto diretto con l'esperienza e la forza di don Tonino Bello sulla sua tomba, le condivisioni volute e vissute e cercate e spontanee... questo e ancora tanto altro. E poi tanti volti, tante storie, tanti amici che a cena popolavano la nostra tavolata [...]E così sono tornata a casa, con grandi domande ancora in attesa di risposte, [...] arricchita dai miei compagni di viaggio, dal loro amore per la vita, dalle loro paure che sono anche le mie e dal loro modo di affrontarle, dai loro dubbi e dalle loro provocazioni, dalla loro allegria e dalla loro profondità... e chi più ne abbia più ne metta!!!"
Daniela